Un moderno geronticidio

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Un moderno geronticidio

Messaggioda lidia.pege » mar ott 20, 2020 2:32 pm

Un moderno geronticidio
Andrea si occupa del museo e del sito archeologico di Sant'Anastasia
Repubblica 20.10.20

Andrea Caddeo, 45 anni, Sardara, si occupa di Beni Culturali, è assessore all’Ambiente del suo Comune e ha scritto un libro

"In Sardegna vigeva un rituale, vecchio di millenni, diffuso anche in buona parte dei popoli del mediterraneo. La pratica prendeva il nome di geronticidio e prevedeva l'assassinio degli anziani padri, considerati ormai improduttivi, per mano dei propri figli. Il geronticidio così come praticato in antichità oggi non esiste più, ma siamo sicuri che attraverso forme e processi diversi non si persegua lo stesso tragico obiettivo?".

"Da tempo oramai abbiamo demandato al mercato il compito di perseguire il benessere collettivo. In questo modo l'economia si è fatta politica, così come l'idea del ‘massimo profitto’ ha prevalso su tutto, calpestando la dignità umana, oscurando i diritti e i bisogni delle persone. Di concerto si è indebolito lo Stato e con esso gli investimenti pubblici destinati alla Sanità. Da anni si assiste inermi allo smantellamento di servizi fondamentali, i cui aspetti più deleteri si ripercuotono principalmente sulle persone più fragili".

"Si è formato un nuovo senso comune incentrato su un individualismo opportunista legato al patrimonio, figlio del progetto neoliberista in corso. In pillole, in questo mondo vali solo se hai i soldi, in caso contrario pazienza, sei destinato a soccombere. Frequentare gli ospedali, mi è capitato per mia madre, ti obbliga a immergerti nella sofferenza di un'umanità ferita. Ed allora ti domandi come i pazienti ospedalizzati possano convivere in spazi angusti e disagevoli, talvolta privi delle necessarie attrezzature. Ti chiedi il perché di quello stato di trascuratezza e di abbandono".

"Ti domandi come possa il personale medico e paramedico (seppur professionale) far fronte alla molteplicità di problemi e criticità del reparto, se sottoposto a pressioni e turni sfiancanti. La pandemia ha contribuito ad acuire le già palesi inefficienze del sistema. Di fronte a questa situazione abbiamo il dovere di correggere, migliorare, implementare il servizio sanitario attuale, utilizzando tutte le risorse che l'Europa ci mette a disposizione. Non bastano però le risorse, serve un radicale cambio di paradigma. Occorre uno sguardo lungo che combatta con forza le disuguaglianze sociali, che riporti il concetto di uguaglianza, giustizia sociale, umanità e solidarietà al centro del dibattito politico".
Lidia Pege
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