Crescono i casi di tumore rispetto al 2019
Inviato: gio ott 08, 2020 6:30 pm
Crescono i casi di tumore rispetto al 2019: sono 377mila. L’aumento colpisce solo le donne. Speranza: “Tanto lavoro da fare”
Sono 6mila in più i casi di cancro nelle donne. Il tumore più diagnosticato è quello al seno. Preoccupa l'aumento del carcinoma al polmone, specialmente nel sesso femminile, causato dal vizio del fumo. Una buona notizia è che aumentano anche le persone che sopravvivono dopo la diagnosi: sono circa 3,6 milioni, un aumento del 37% rispetto a 10 anni fa
di F. Q. | 8 Ottobre 2020
Crescono i casi di tumore in Italia, ma l’aumento colpisce solo le donne. Rispetto allo scorso anno, nel 2020 sono 377.000 le nuove diagnosi previste, 195.000 negli uomini e 182.000 nelle donne. Nel 2019 sono state rispettivamente 196.000 e 175.000: mentre per il sesso maschile si registra una diminuzione di circa mille casi, a carico delle donne ci sono circa 6mila casi di tumore in più, in un solo anno. Lo rileva il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2020”, presentato all’Istituto Superiore di Sanità a Roma.
Il tumore più diagnosticato, nel 2020, è quello della mammella (54.976 casi, pari al 14,6% delle nuove diagnosi), seguito dal colon-retto (43.702), polmone (40.882), prostata (36.074). In particolare, per le donne, continua la preoccupante crescita del carcinoma del polmone (+3,4% annuo), legata al vizio del fumo. Una buona notizia è che aumentano anche le persone che sopravvivono dopo la diagnosi: sono circa 3,6 milioni, un aumento del 37% rispetto a 10 anni fa. “Le stime riferite al 2020 non sono in alcun modo influenzate dalla pandemia in corso, perché i riscontri futuri legati a questo drammatico evento sono ancora tutti da definire”, ha precisato Massimo Rugge, presidente Airtum.
Tumori, già 1,4 milioni di esami di screening in meno. Visite saltate e interventi rinviati per il Covid: “Con diagnosi tardive aumenta la mortalità dei pazienti”
Il rapporto rileva il “caso” del tumore al colon-retto, in netto calo in entrambi i sessi, grazie all’efficacia dei programmi di screening e prevenzione. Dopo il picco del 2013, l’incidenza di questa neoplasia è diminuita del 20%. In generale, l’aumento delle persone che sopravvivono dopo la diagnosi è da attribuirsi all’efficacia delle campagne di prevenzione e alle terapie innovative. Almeno un paziente su quattro (quasi un milione di persone) è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito. Un altro dato importante è quello relativo alla riduzione complessiva dei tassi di mortalità stimati nel 2020 rispetto al 2015: sono in diminuzione sia negli uomini (-6%) che nelle donne (-4,2%), grazie ai progressi ottenuti nella diagnosi e nei trattamenti.
Secondo il ministro della Salute, Roberto Speranza, il rapporto conferma la qualità del nostro Servizio Sanitario Nazionale. “C’è ancora molto da fare, ma rispetto a 10 anni fa cresce notevolmente il numero di donne e uomini che sopravvivono alla diagnosi di tumore, aumenta il tasso di guarigioni e sempre più persone tornano ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale”, afferma il ministro nella prefazione del libro.
“L’emergenza sanitaria come ogni crisi può diventare un’opportunità di cambiamento che non dobbiamo sprecare. La sanità pubblica, pur con alcune criticità, sta reggendo l’urto dell’epidemia – prosegue Speranza – ma dobbiamo avviare un processo di riforma, che potenzi la medicina del territorio”. Rafforzando la sanità territoriale, rileva, si potranno dare risposte efficaci a milioni di pazienti oncologici, garantendo in modo omogeneo in tutta Italia terapie e prestazioni appropriate. Per questo, prosegue il ministro, “abbiamo bisogno di dotare il Paese di una rete di servizi territoriali, interconnessi e multidisciplinari, ponendoci come obiettivo il rafforzamento dell’assistenza domiciliare”. La casa, secondo il ministro, deve diventare il primo luogo di cura. È, inoltre, “particolarmente strategico investire nella prevenzione e nella ricerca, supportando – conclude – la comunità scientifica nella lotta contro il cancro”.
Sono 6mila in più i casi di cancro nelle donne. Il tumore più diagnosticato è quello al seno. Preoccupa l'aumento del carcinoma al polmone, specialmente nel sesso femminile, causato dal vizio del fumo. Una buona notizia è che aumentano anche le persone che sopravvivono dopo la diagnosi: sono circa 3,6 milioni, un aumento del 37% rispetto a 10 anni fa
di F. Q. | 8 Ottobre 2020
Crescono i casi di tumore in Italia, ma l’aumento colpisce solo le donne. Rispetto allo scorso anno, nel 2020 sono 377.000 le nuove diagnosi previste, 195.000 negli uomini e 182.000 nelle donne. Nel 2019 sono state rispettivamente 196.000 e 175.000: mentre per il sesso maschile si registra una diminuzione di circa mille casi, a carico delle donne ci sono circa 6mila casi di tumore in più, in un solo anno. Lo rileva il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2020”, presentato all’Istituto Superiore di Sanità a Roma.
Il tumore più diagnosticato, nel 2020, è quello della mammella (54.976 casi, pari al 14,6% delle nuove diagnosi), seguito dal colon-retto (43.702), polmone (40.882), prostata (36.074). In particolare, per le donne, continua la preoccupante crescita del carcinoma del polmone (+3,4% annuo), legata al vizio del fumo. Una buona notizia è che aumentano anche le persone che sopravvivono dopo la diagnosi: sono circa 3,6 milioni, un aumento del 37% rispetto a 10 anni fa. “Le stime riferite al 2020 non sono in alcun modo influenzate dalla pandemia in corso, perché i riscontri futuri legati a questo drammatico evento sono ancora tutti da definire”, ha precisato Massimo Rugge, presidente Airtum.
Tumori, già 1,4 milioni di esami di screening in meno. Visite saltate e interventi rinviati per il Covid: “Con diagnosi tardive aumenta la mortalità dei pazienti”
Il rapporto rileva il “caso” del tumore al colon-retto, in netto calo in entrambi i sessi, grazie all’efficacia dei programmi di screening e prevenzione. Dopo il picco del 2013, l’incidenza di questa neoplasia è diminuita del 20%. In generale, l’aumento delle persone che sopravvivono dopo la diagnosi è da attribuirsi all’efficacia delle campagne di prevenzione e alle terapie innovative. Almeno un paziente su quattro (quasi un milione di persone) è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito. Un altro dato importante è quello relativo alla riduzione complessiva dei tassi di mortalità stimati nel 2020 rispetto al 2015: sono in diminuzione sia negli uomini (-6%) che nelle donne (-4,2%), grazie ai progressi ottenuti nella diagnosi e nei trattamenti.
Secondo il ministro della Salute, Roberto Speranza, il rapporto conferma la qualità del nostro Servizio Sanitario Nazionale. “C’è ancora molto da fare, ma rispetto a 10 anni fa cresce notevolmente il numero di donne e uomini che sopravvivono alla diagnosi di tumore, aumenta il tasso di guarigioni e sempre più persone tornano ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale”, afferma il ministro nella prefazione del libro.
“L’emergenza sanitaria come ogni crisi può diventare un’opportunità di cambiamento che non dobbiamo sprecare. La sanità pubblica, pur con alcune criticità, sta reggendo l’urto dell’epidemia – prosegue Speranza – ma dobbiamo avviare un processo di riforma, che potenzi la medicina del territorio”. Rafforzando la sanità territoriale, rileva, si potranno dare risposte efficaci a milioni di pazienti oncologici, garantendo in modo omogeneo in tutta Italia terapie e prestazioni appropriate. Per questo, prosegue il ministro, “abbiamo bisogno di dotare il Paese di una rete di servizi territoriali, interconnessi e multidisciplinari, ponendoci come obiettivo il rafforzamento dell’assistenza domiciliare”. La casa, secondo il ministro, deve diventare il primo luogo di cura. È, inoltre, “particolarmente strategico investire nella prevenzione e nella ricerca, supportando – conclude – la comunità scientifica nella lotta contro il cancro”.