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Messaggioda lidia.pege » mer apr 15, 2020 7:06 pm

Coronavirus, ecco perché i bambini si ammalano di meno

Uno studio su Jama Pediatrics analizza la diffusione del Covid 19 nei più piccoli. Cercando di capire le cause della minore diffusione della patologia tra i giovanissimi
di AGNESE FERRARA

03 aprile 2020
Seppure normalmente i bambini siano prede facili dell'influenza, nel caso del nuovo Coronavirus le cose sembrano essere diverse. I minori contagiati sono meno numerosi degli adulti. E allora perché tenerli chiusi in casa, così come indicato da decreti ministeriali e raccomandazioni dei medici?

A fronte della confusione che circola a proposito, una risposta univoca, oltre al buon senso che dovrebbe prevalere in questi casi, arriva dalla scienza. I pediatri americani, in un articolo pubblicato oggi su Jama Pediatrics, analizzano la diffusione del Covid-19 nei bambini residenti nel paese in cui è comparso per primo, la Cina, traendo considerazioni sulla base di questi dati scientifici, incluse le ragioni per le quali i nostri figli piccoli si ammalano meno.

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"Si tratta di informazioni utili a comprendere ancora meglio il principio di precauzione adottato nel nostro paese secondo cui dobbiamo tutti stare a casa" commenta Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) che ha stilato 10 consigli pratici per le famiglie con bambini, dal titolo 'Stiamo a casa', consultabili sul sito della Sip.

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Le ipotesi e gli scenari
Si legge su Jama Pediatrics che su oltre 72.000 casi totali di Covid-19 registrati in Cina, l'1,2% sono ragazzi dai 10 ai 19 anni e lo 0,9% bambini di età inferiore ai 10 anni. Fra questi si evidenzia un decesso fra gli adolescenti e nessuna morte nei piccoli di età inferiore ai 10 anni. I sintomi sono gli stessi degli adulti e sono parecchi i bambini asintomatici.

Alla luce di questi dati i ricercatori ragionano sulle cause che potrebbero essere alla base della minore diffusione della patologia nei giovani e giovanissimi ipotizzando diversi scenari. "I tassi di diffusione più bassi del previsto nei bambini cinesi potrebbero essere dovuti alla ridotta esposizione al virus dei piccoli - spiegano gli autori - oppure alla riduzione del contagio per una possibile immunità già acquisita dagli altri virus della stessa famiglia che hanno colpito il paese gli anni scorsi. Ancora potrebbero dipendere dalla ridotta probabilità di manifestare la malattia, anche se infetti dal virus. Va anche considerata la presenza di bambini infetti ma asintomatici che potrebbero essere fonte di nuovi contagi per altri bambini ed adulti".

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Non abbassare la guardia
"Per questi motivi e nonostante la minore frequenza della malattia nei piccoli non c'è alcuna ragione per abbassare la guardia", affermano gli specialisti americani che ricordano come le strategie di isolamento sociale siano vitali anche per una fascia particolare di bambini, quelli affetti già da altre patologie, come asma, malattie polmonari, cardiache, neuromuscolari o genetiche e per i bambini immunodepressi che sono particolarmente suscettibili al Covid-19.

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La Società di pediatria
Commenta Villani: "I dati confermano ancora una volta che in questo momento dell'epidemia si deve restare a casa e uscire solo per i motivi chiaramente riportati nei decreti ministeriali. Ci sono anche casi di bambini asintomatici e 'portatori sanì del virus perciò in grado di contagiare altri coetanei che magari incontrano per strada, oppure adulti e nonni. Perciò se si dispone di spazi all'aperto, come terrazze, giardini e cortili interni, è utile programmare un'ora al giorno di attività libera per i nostri piccoli, nel rigoroso rispetto del distanziamento sociale con gli estranei. Altrimenti è bene tenerli a casa dove possono svolgere molte attività alternative, incluso partecipare alle faccende domestiche e cucinare con i genitori.
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Le eccezioni al decreto
"Ci sono delle eccezioni - spiega Villani - come nel caso di una famiglia monogenitoriale con un bambino così piccolo che non può e non deve essere lasciato a casa da solo mentre si esce per fare la spesa, nel rispetto del distanziamento sociale. Oppure nei casi di bambini con diagnosi di spettro autistico. Loro devono poter uscire di casa, anche più volte al giorno, nel rispetto del distanziamento sociale. Così come i disabili su sedia a rotelle devono poter uscire, sempre nel rispetto del distanziamento sociale. Un lattante in carrozzina invece non deve uscire, a lui non serve andare a spasso. Può stare vicino a una finestra aperta".
Lidia Pege
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