Ripensare e rilanciare il Servizio Civile. Per il presente e per il futuro
Marco Tarquinio martedì 7 aprile 2020 Avvenire
Caro direttore,
ci piace rivolgerci attraverso di lei e il suo autorevole giornale al presidente del Consiglio, professor Giuseppe Conte, e al ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, onorevole Vincenzo Spadafora. La pandemia che stiamo attraversando ha dimostrato che esiste una grande necessità di competenze al servizio del bene pubblico. Riteniamo pertanto che questo sia un momento quanto mai opportuno per ripensare e rilanciare il Servizio Civile Universale, affidando a una forza nazionale giovanile la missione di aiutare le fasce più deboli della cittadinanza, a fianco della Protezione Civile e altre organizzazioni già attive. Insieme al personale della Sanità, i giovani motivati da un forte senso civico costituiscono oggi la nostra risorsa più preziosa. Con un adeguato sostegno economico, il Servizio civile universale può inoltre rappresentare una preziosa opportunità formativa. Il periodo di formazione dovrebbe coinvolgere sia i settori pubblico e privato sia il Terzo settore, su tutto il territorio nazionale, e avere la durata temporale necessaria a permettere ai giovani di acquisire competenze e professionalità specifiche. In futuro altre emergenze – ambientali, sanitarie, economiche, sociali – saranno inevitabili. La difficoltà di prevederle e predisporre gli interventi necessari suggerisce di approntare strumenti organizzativi duttili, volti a far fronte a esigenze diverse a seconda delle circostanze, ma sempre disponibili a sostenere i concittadini con generosità. I giovani già addestrati potranno essere richiamati in caso di necessità. Le emergenze richiedono l’impiego di tecnologie avanzate e i giovani, che sono sicuramente facilitati ad apprenderle, possono assistere le generazioni più mature che con esse hanno minor dimestichezza. Sarà opportuno attivare canali di istruzione fin qui non sperimentati e al tempo stesso permettere a giovani diversi per capacità, provenienza, competenze e attitudi- ni di operare fianco a fianco, incoraggiandoli a impegnarsi in un reciproco insegnamento e sostegno, da pari a pari. Non solo saranno in qualche misura alleviate le sofferenze delle persone colpite dalle avversità, ma si porranno obiettivi concreti allo spirito di solidarietà dei giovani e si daranno loro strumenti utili al raggiungimento dei loro obiettivi personali. Il Servizio rappresenterà un’occasione di formazione che potrà anche favorire il loro inserimento lavorativo e professionale in tempi normali, nei più svariati settori, sempre rendendo conto del proprio operato secondo un principio di massima trasparenza. In questo momento difficile per tutti, rilanciare il Servizio civile potrebbe costituire una straordinaria occasione di accrescimento del senso civico, della responsabilità sociale, della cittadinanza attiva. Sin da ora siamo pronti a dare una mano e siamo certi che molti altri saranno disposti a farlo.
Gian Vittorio Caprara, Marco Santambrogio, Raffaella Ida Rumiati, Vincenzo Ziparo, Simona Colarizi, Giuseppe Ciccarone, Alessandro Treves, Mauro Bussani, Michele Salvati, Donata Francescato, Luigi (Gino) Pizzamiglio, Carlo Ratti, Bianca Beccalli, Gilberto Corbellini, Laura Borgogni, Fabio Lucidi, Antonella Recchia, Sergio Roncato, Stefano Zamagni, Concetta Pastorelli, Gianfranco Tarsitani, Gianbattista Sgritta, Silvia Castorina, Guido Pescosolido, Tomaso Quattrin, Giuseppe Usuelli, Milka Pogliani, Giuseppe (Pino) Cogliolo, Gabriella Pravettoni, Augusto Blasi, Vittorio Mazzotti, Massimo Rivosecchi, Luigino Bruni, Andrea Ranieri, Ferdinando Chiaromonte, William (Bill) Mebane, Salvatore Maria Aglioti, Grazia Francescato, Fiorenzo Laghi, Emma Baungartner, Ada Fonzi, Gianluca Vago, Donatella Spinelli, Luca Ricolfi, Santo Di Nuovo, Simonetta Magari, Nino Dazzi, Giuliano Cerulli, Antonio Lapenta, Marisa Malagoli Togliatti, Paolo Valerio, Roberto Ball, Lorenzo Strik Lievers
Cari e illustri amici, accolgo molto volentieri e rilancio a mia volta questa lettera-appello che indica l’obiettivo preciso e pienamente condivisibile di un ripensamento e un rilancio del nostro Servizio civile universale. Un appello al presidente Conte e al ministro Spadafora che nasce nell’emergenza scatenata dalla pandemia Covid-19, ma saggiamente già guarda a un futuro di nuove sfide e di ulteriori energie da profondere per riaffermare e consolidare nella nostra società quel principio del “prima le persone” che è stato sinora la bussola primaria di scelte e sacrifici compiuti da Istituzioni e cittadini. Dare seguito concreto alla vostra proposta è possibile ed è necessario. E la disponibilità alla collaborazione, anche “formativa” dei giovani in Servizio civile, annunciata da un gruppo così notevole di accademici e intellettuali è una gran bella notizia che, spero, le autorità di governo sapranno valutare con l’attenzione e la gratitudine che merita. La vostra proposta giunge a pochi giorni dalla pubblicazione, su queste stesse pagine, di un lucido intervento di Luigi Bobba già presidente delle Acli e parlamentare, che da uomo di governo, tra il 2016 e il 2017, tenne a battesimo il Servizio civile universale. Bobba ha offerto tre semplici idee ( tinyurl.com/3settore ) a decisori e legislatori per far valere la straordinaria realtà delle reti di solidarietà italiane, spiegando in particolare che con «400 milioni di risorse aggiuntive» si potrebbero mobilitare nell’arco di tre mesi quegli «80 mila giovani che nell’ultimo bando non hanno trovato posto» per il loro anno di servizio volontario. Personalmente, sostengo da tempo l’idea che tale strumento possa e debba essere potenziato e reso non solo universale ma obbligatorio (so che non tutti sono d’accordo, eppure resto saldamente della mia opinione) per radicare nei giovani cittadini, attraverso il concreto esercizio di una solidarietà competente ed efficace almeno per una fase della propria vita, la consapevolezza che nella condizione stessa della cittadinanza si assommano diritti e doveri. Ma stiamo all’oggi, che ci chiede di fare tutto ciò che è necessario per affrontare e vincere la sfida del Covid-19. E certamente la vostra proposta va in questa direzione. Ripeto: spero che trovi eco e pronta risposta.