Rivalta: “Ho ridato un’ora d’aria ai bimbi autistici”
Inviato: mer apr 01, 2020 12:24 pm
L’assessore di Rivalta: “Ho ridato un’ora d’aria ai bimbi autistici” #Coronavirus
massimiliano rambaldi Stampa
01 Aprile 2020
RIVALTA (TORINO). Agnese Orlandini, 43 anni educatrice ed assessore (in foto), a Rivalta è quasi un’istituzione nell’ambito del mondo dell’infanzia. È stata la prima in tutta la provincia, per esempio, a far partire il progetto di aiuto domiciliare per i ragazzini in difficoltà, che dovevano continuare a studiare nei primi giorni di isolamento. E ha ideato l’ordinanza che consente alle mamme di bambini affetti di autismo di ricominciare a passeggiare all’aria aperta.
«In questa drammatica situazione – spiega – non abbiamo perso l’attenzione verso chi già vive, oltre all’emergenza Covid, altre importanti fragilità e per le quali questo isolamento rischia di diventare esplosivo. Ci siamo sforzati di immaginare un piccolo ma significativo sollievo per i nuclei familiari con figli o parenti affetti da sindromi certificate». Il rischio è che per taluni bambini l’obbligo di rimanere in casa possa sfociare in autolesionismo o aggressività. Ecco perché il Comune ha deciso di riaprire il parco del Castello per i bambini autistici e affetti da altre psicosi: «Assieme ad un loro familiare potranno spostarsi – spiega Orlandini –, all’interno della zona riservata: il parco Papa Giovanni Paolo II. Dovranno avere una certificazione medica e una conseguente autorizzazione da presentare all’ingresso del parco. L’accesso sarà regolato dai volontari della Protezione civile su appuntamento, in giorni e fasce orarie concordate».
Una decisione che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tanti genitori: «Mio figlio ha cinque anni e soffre di autismo – spiega Tiziana, una madre –, a lui manca molto viaggiare in macchina e fare la spesa. Ha bisogno di socializzare e questa clausura forzata ha inevitabilmente dei riflessi negativi». Il problema è anche portare avanti i percorsi che sta seguendo con i medici: «Non si riesce, oggi, a presenziare con regolarità alle sedute che mio figlio deve sostenere – racconta la mamma – la possibilità di tornare all’aria aperta, anche solo per qualche minuto al giorno, non può che giovargli» . —
massimiliano rambaldi Stampa
01 Aprile 2020
RIVALTA (TORINO). Agnese Orlandini, 43 anni educatrice ed assessore (in foto), a Rivalta è quasi un’istituzione nell’ambito del mondo dell’infanzia. È stata la prima in tutta la provincia, per esempio, a far partire il progetto di aiuto domiciliare per i ragazzini in difficoltà, che dovevano continuare a studiare nei primi giorni di isolamento. E ha ideato l’ordinanza che consente alle mamme di bambini affetti di autismo di ricominciare a passeggiare all’aria aperta.
«In questa drammatica situazione – spiega – non abbiamo perso l’attenzione verso chi già vive, oltre all’emergenza Covid, altre importanti fragilità e per le quali questo isolamento rischia di diventare esplosivo. Ci siamo sforzati di immaginare un piccolo ma significativo sollievo per i nuclei familiari con figli o parenti affetti da sindromi certificate». Il rischio è che per taluni bambini l’obbligo di rimanere in casa possa sfociare in autolesionismo o aggressività. Ecco perché il Comune ha deciso di riaprire il parco del Castello per i bambini autistici e affetti da altre psicosi: «Assieme ad un loro familiare potranno spostarsi – spiega Orlandini –, all’interno della zona riservata: il parco Papa Giovanni Paolo II. Dovranno avere una certificazione medica e una conseguente autorizzazione da presentare all’ingresso del parco. L’accesso sarà regolato dai volontari della Protezione civile su appuntamento, in giorni e fasce orarie concordate».
Una decisione che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tanti genitori: «Mio figlio ha cinque anni e soffre di autismo – spiega Tiziana, una madre –, a lui manca molto viaggiare in macchina e fare la spesa. Ha bisogno di socializzare e questa clausura forzata ha inevitabilmente dei riflessi negativi». Il problema è anche portare avanti i percorsi che sta seguendo con i medici: «Non si riesce, oggi, a presenziare con regolarità alle sedute che mio figlio deve sostenere – racconta la mamma – la possibilità di tornare all’aria aperta, anche solo per qualche minuto al giorno, non può che giovargli» . —