Fondi per i Comuni, ecco la ripartizione
Inviato: lun mar 30, 2020 2:08 pm
Coronavirus, gli aiuti. Fondi per i Comuni, ecco la ripartizione
Vincenzo R. Spagnolo Avvenire lunedì 30 marzo 2020
Un'ordinanza della Protezione civile fissa come suddividere i 400 milioni di euro destinati alle amministrazioni locali per i buoni spesa alle famiglie in difficoltà
Un paniere solidale in una via del centro storico di Napoli. I Comuni distribuiranno buoni spesa o generi alimentari e di prima necessità alle famiglie bisognose
È stata firmata dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli l'ordinanza che stanzia i 400 milioni di euro destinati ai Comuni per acquistare aiuti alimentari per chi ne ha bisogno. Il testo finale conferma che il contributo per ciascun comune non possa essere inferiore a 600 euro. Il criterio generale prevede che l'80% del totale (320 milioni) sia ripartito tra le amministrazioni in base alla popolazione, mentre il restante 20% (80 milioni) debba essere distribuito in base alla differenza tra il reddito pro capite del singolo territorio e il reddito medio nazionale.
QUI L'ORDINANZA CON IL CONTRIBUTO SPETTANTE A CIASCUN COMUNE
Buoni spesa, le indicazioni dell'ordinanza
L'ordinanza firmata da Borrelli prevede che i Comuni possano distribuire i 400 milioni stanziati dal governo per l'acquisto di buoni spesa, utilizzabili per l'acquisto di generi alimentari o per comprare e distribuire direttamente generi alimentari e prodotti di prima necessità.Nel testo, non viene specificato l'importo dei buoni spesa (nei giorni scorsi erano state ventilate ipotesi di importi fra 25 e 50 euro). Come verranno assegnati? Sarà l'ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune a individuare e delimitare la platea dei beneficiari: verrà data priorità a chi non sia già destinatario di altro sostegno pubblico (come il reddito di cittadinanza). Inoltre, per l'acquisto e la distribuzione dei beni ci si potrà avvalere di enti del terzo settore. Ancora, i Comuni potranno destinare all'acquisto di generi alimentari i fondi derivanti da eventuali donazioni, che possono confluire su conti correnti bancari appositamente aperti.
Il ministro Bellanova: no "annuncite", serve regia nazionale
«L'emergenza alimentare è un tema serissimo, per questo dico che alla drammaticità del tema deve corrispondere la serietà delle misure», osserva il ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, che è tornata a chiedere una «regia nazionale», un coordinamento centralizzato «perché non tutto si può scaricare sulle spalle dei Comuni e può essere affrontato e risolto con i soli buoni pasto. Non dobbiamo perdere tempo in sindromi da annuncite».
Come vengono ripartiti i 400 milioni di euro coi quali i sindaci potranno finanziare la distribuzione di buoni spesa o generi alimentari e di prima necessità a chi ne abbia bisogno? Alla capitale, che è la città più popolosa d'Italia, andrà la quota più grande: 15 milioni di euro. Altri 7,6 andranno a Napoli, 7,2 a Milano, 5,1 milioni a Palermo, 4,6 a Torino e 3 milioni a Genova. E così via, scendendo, fino ai micro-stanziamenti da 600 euro a testa per una quarantina di piccolissimi Comuni. L'ordinanza firmata dal capo della protezione civile Angelo Borrelli ha pure riequilibrato i fondi in base al reddito medio dei residenti, senza dimenticare i centri con poche decine di abitanti.
Regioni e città capoluogo
Su base regionale, è la Lombardia a ricevere la quota maggiore di risorse, 55 milioni; alla Campania vanno 50 milioni; alla Sicilia 43,4; al Lazio 36; alla Puglia 33; al Veneto 27,4; all'Emilia Romagna 24,2; al Piemonte 24; alla Toscana 21; alla Calabria 17; alla Sardegna 12; alle Marche 9,3; alla Liguria 8,7. In base alla regola del bilanciamento tra reddito pro capite e numero di abitanti, la Campania e la Sicilia ricevono risorse superiori al Lazio, pur avendo un numero inferiore di abitanti (5,9 milioni il Lazio, 5,8 milioni la Campania, 5 milioni la Sicilia).
Tra i capoluoghi, Firenze potrà distribuire 2 milioni, Bari 1,9, Reggio Calabria e Venezia 1,3 ciascuna; Foggia 1,1; Cagliari 814mila euro, Catanzaro 622mila, Lecce 566mila, Piacenza 548mila, Pesaro 503mila; e ancora Caserta 445mila, Nuoro 230mila, Potenza 398mila, Matera 394mila, Campobasso 303mila, Isernia 148mila. A Castel Volturno, in Campania, 276mila euro. Ma, scorrendo tra le mete turistiche più ricercate, si trovano Cortina, che potrà distribuire buoni spesa e generi alimentari per 30.600 euro, Capri per 37.800, Taormina per 73mila. Mentre in Sardegna Arzachena (nel cui territorio ricade Porto Cervo) avrà 100mila euro e Portofino, in Liguria, 2.000.
I centri più colpiti
A Bergamo, città duramente colpita dal diffondersi del contagio, andranno 642mila euro. Il Comune di Vo', fra i primi focolai dell'epidemia, potrà aiutare chi è in difficoltà con 42mila euro, Codogno con 169mila euro, Alzano Lombardo (che aveva chiesto di essere inclusa nella zona rossa) avrà 72mila euro. A Fondi e Nerola, le cittadine più colpite nel Lazio, 357mila e 13mila euro ciascuna.
I paesi più poveri
A Dinami, in provincia di Vibo Valentia (che in base alla dichiarazione dei redditi del 2017 è il paese più povero d'Italia) vanno 20.400 euro. A Morterone (Lecco), comune più piccolo d'Italia con i suoi 33 abitanti, solo 600 euro, così come a Zerba (Piacenza), paesino che in base ai dati Istat è popolato da persone anziane
Vincenzo R. Spagnolo Avvenire lunedì 30 marzo 2020
Un'ordinanza della Protezione civile fissa come suddividere i 400 milioni di euro destinati alle amministrazioni locali per i buoni spesa alle famiglie in difficoltà
Un paniere solidale in una via del centro storico di Napoli. I Comuni distribuiranno buoni spesa o generi alimentari e di prima necessità alle famiglie bisognose
È stata firmata dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli l'ordinanza che stanzia i 400 milioni di euro destinati ai Comuni per acquistare aiuti alimentari per chi ne ha bisogno. Il testo finale conferma che il contributo per ciascun comune non possa essere inferiore a 600 euro. Il criterio generale prevede che l'80% del totale (320 milioni) sia ripartito tra le amministrazioni in base alla popolazione, mentre il restante 20% (80 milioni) debba essere distribuito in base alla differenza tra il reddito pro capite del singolo territorio e il reddito medio nazionale.
QUI L'ORDINANZA CON IL CONTRIBUTO SPETTANTE A CIASCUN COMUNE
Buoni spesa, le indicazioni dell'ordinanza
L'ordinanza firmata da Borrelli prevede che i Comuni possano distribuire i 400 milioni stanziati dal governo per l'acquisto di buoni spesa, utilizzabili per l'acquisto di generi alimentari o per comprare e distribuire direttamente generi alimentari e prodotti di prima necessità.Nel testo, non viene specificato l'importo dei buoni spesa (nei giorni scorsi erano state ventilate ipotesi di importi fra 25 e 50 euro). Come verranno assegnati? Sarà l'ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune a individuare e delimitare la platea dei beneficiari: verrà data priorità a chi non sia già destinatario di altro sostegno pubblico (come il reddito di cittadinanza). Inoltre, per l'acquisto e la distribuzione dei beni ci si potrà avvalere di enti del terzo settore. Ancora, i Comuni potranno destinare all'acquisto di generi alimentari i fondi derivanti da eventuali donazioni, che possono confluire su conti correnti bancari appositamente aperti.
Il ministro Bellanova: no "annuncite", serve regia nazionale
«L'emergenza alimentare è un tema serissimo, per questo dico che alla drammaticità del tema deve corrispondere la serietà delle misure», osserva il ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, che è tornata a chiedere una «regia nazionale», un coordinamento centralizzato «perché non tutto si può scaricare sulle spalle dei Comuni e può essere affrontato e risolto con i soli buoni pasto. Non dobbiamo perdere tempo in sindromi da annuncite».
Come vengono ripartiti i 400 milioni di euro coi quali i sindaci potranno finanziare la distribuzione di buoni spesa o generi alimentari e di prima necessità a chi ne abbia bisogno? Alla capitale, che è la città più popolosa d'Italia, andrà la quota più grande: 15 milioni di euro. Altri 7,6 andranno a Napoli, 7,2 a Milano, 5,1 milioni a Palermo, 4,6 a Torino e 3 milioni a Genova. E così via, scendendo, fino ai micro-stanziamenti da 600 euro a testa per una quarantina di piccolissimi Comuni. L'ordinanza firmata dal capo della protezione civile Angelo Borrelli ha pure riequilibrato i fondi in base al reddito medio dei residenti, senza dimenticare i centri con poche decine di abitanti.
Regioni e città capoluogo
Su base regionale, è la Lombardia a ricevere la quota maggiore di risorse, 55 milioni; alla Campania vanno 50 milioni; alla Sicilia 43,4; al Lazio 36; alla Puglia 33; al Veneto 27,4; all'Emilia Romagna 24,2; al Piemonte 24; alla Toscana 21; alla Calabria 17; alla Sardegna 12; alle Marche 9,3; alla Liguria 8,7. In base alla regola del bilanciamento tra reddito pro capite e numero di abitanti, la Campania e la Sicilia ricevono risorse superiori al Lazio, pur avendo un numero inferiore di abitanti (5,9 milioni il Lazio, 5,8 milioni la Campania, 5 milioni la Sicilia).
Tra i capoluoghi, Firenze potrà distribuire 2 milioni, Bari 1,9, Reggio Calabria e Venezia 1,3 ciascuna; Foggia 1,1; Cagliari 814mila euro, Catanzaro 622mila, Lecce 566mila, Piacenza 548mila, Pesaro 503mila; e ancora Caserta 445mila, Nuoro 230mila, Potenza 398mila, Matera 394mila, Campobasso 303mila, Isernia 148mila. A Castel Volturno, in Campania, 276mila euro. Ma, scorrendo tra le mete turistiche più ricercate, si trovano Cortina, che potrà distribuire buoni spesa e generi alimentari per 30.600 euro, Capri per 37.800, Taormina per 73mila. Mentre in Sardegna Arzachena (nel cui territorio ricade Porto Cervo) avrà 100mila euro e Portofino, in Liguria, 2.000.
I centri più colpiti
A Bergamo, città duramente colpita dal diffondersi del contagio, andranno 642mila euro. Il Comune di Vo', fra i primi focolai dell'epidemia, potrà aiutare chi è in difficoltà con 42mila euro, Codogno con 169mila euro, Alzano Lombardo (che aveva chiesto di essere inclusa nella zona rossa) avrà 72mila euro. A Fondi e Nerola, le cittadine più colpite nel Lazio, 357mila e 13mila euro ciascuna.
I paesi più poveri
A Dinami, in provincia di Vibo Valentia (che in base alla dichiarazione dei redditi del 2017 è il paese più povero d'Italia) vanno 20.400 euro. A Morterone (Lecco), comune più piccolo d'Italia con i suoi 33 abitanti, solo 600 euro, così come a Zerba (Piacenza), paesino che in base ai dati Istat è popolato da persone anziane