appello a Conte per le donne vittime di violenza
Inviato: mar mar 24, 2020 2:27 pm
'iniziativa nasce da un appello al premier Conte da parte di alcune attiviste per i diritti delle donne per evitare che, come accaduto in Cina, dilaghino violenze e femminicidi. Ora arriva una batteria di spot in tv e sulla rete
di GIOVANNA VITALE Repubblica
24 March 2020
Crollano le denunce. "Prigioniere in casa, non possono chiedere aiuto"
L'intervista La ministra: "Non temete l'autocertificazione: è vero che abbiamo detto di stare a casa, ma se la casa è un incubo le donne devono farsi sentire" di VALENTINA RUGGIU
L'iniziativa in Spagna Mascarilla-19, come sfuggire alla violenza machista di A. OPPES
ROMA - Parte oggi la campagna promossa dal governo per combattere quella che rischia di diventare un'emergenza nell'emergenza: la violenza sulle donne ai tempi del Covid-19, della coabitazione forzata e delle restrizioni alla circolazione. Una batteria di spot programmati fino al 3 aprile per promuovere il numero 1522, centro antistalking attivato dalla presidenza del consiglio e gestito dal Telefono Rosa, per offrire aiuto a chi in questo periodo potrebbe averne più bisogno.
L'appello pubblico al premier Conte ha dunque colto nel segno: lanciato da due storiche attiviste - Fabrizia Giuliani ed Andrea Catizone - nel giro di poche ore ha fatto il giro della Rete e mietuto consensi. Fino a essere sottoscritto da 500 donne: docenti universitarie, avvocate, politiche, sindacaliste, professioniste nei campi più vari. Da Laura Boldrini ad Anna Finocchiaro e Livia Turco, da Cristina Comencini a Francesca Izzo passando per Anna Maria Bernardini de Pace. Mondi diversi uniti in un'unica battaglia: quella contro la violenza fra le mura domestiche che, in tempo di pandemia, rischia di produrre una strage silenziosa. Lo dimostrano i numeri: negli ultimi 15 giorni le chiamate al 1522 si sono dimezzate rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. E di circa il 50 per cento sono diminuite anche le denunce alle forze dell'ordine.
Donne maltrattate, crollano le denunce. "Prigioniere in casa, non possono chiedere aiuto"
di MARIA NOVELLA DE LUCA
"La prescrizione di evitare il più possibile gli spostamenti e rimanere presso le proprie abitazioni se non per esigenze primarie - recita l'appello - se risponde a legittime e indiscutibili ragioni di esigenza di Salute pubblica" rischia però di creare "l'emergenza nell'emergenza: ossia le conseguenze che tali restrizioni possono avere nei contesti familiari segnati dalla presenza di maltrattamenti e violenze, fenomeni che nel nostro Paese sono purtroppo diffusi e sommersi".
Coronavirus, appello a Conte per le donne vittime di violenza: "E' un'emergenza nell'emergenza"
In sostanza, argomentano le autrici della lettera a Conte, "occorre evitare che il principio della tutela della vita umana, alla base delle ordinanze di restrizione, venga meno o si rovesci, al contrario, in una maggiore esposizione alla violenza per le donne e i loro figli, spesso minorenni, condannati a subire o ad assistere alla violenza".
Da qui l'appello alle Istituzioni Pubbliche perché facciano "ogni sforzo per dare il senso che lo Stato non si ritira dalla battaglia contro la violenza domestica, ma invece rafforza il suo presidio, promuovendo la diffusione del numero verde 1522 in ogni comunicazione pubblica che inviti a restare a casa anche nella forma di app scaricabile sullo smartphone".
Appello che la ministra alla Famiglia Elena Bonetti e il Sottosegretario all'Editoria Andrea Martella hanno deciso di accogliere e di trasformare in una campagna tv e online. Per evitare ciò che in Cina è già accaduto: l'impennata di violenze sulle donne e femminicidi
di GIOVANNA VITALE Repubblica
24 March 2020
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L'intervista La ministra: "Non temete l'autocertificazione: è vero che abbiamo detto di stare a casa, ma se la casa è un incubo le donne devono farsi sentire" di VALENTINA RUGGIU
L'iniziativa in Spagna Mascarilla-19, come sfuggire alla violenza machista di A. OPPES
ROMA - Parte oggi la campagna promossa dal governo per combattere quella che rischia di diventare un'emergenza nell'emergenza: la violenza sulle donne ai tempi del Covid-19, della coabitazione forzata e delle restrizioni alla circolazione. Una batteria di spot programmati fino al 3 aprile per promuovere il numero 1522, centro antistalking attivato dalla presidenza del consiglio e gestito dal Telefono Rosa, per offrire aiuto a chi in questo periodo potrebbe averne più bisogno.
L'appello pubblico al premier Conte ha dunque colto nel segno: lanciato da due storiche attiviste - Fabrizia Giuliani ed Andrea Catizone - nel giro di poche ore ha fatto il giro della Rete e mietuto consensi. Fino a essere sottoscritto da 500 donne: docenti universitarie, avvocate, politiche, sindacaliste, professioniste nei campi più vari. Da Laura Boldrini ad Anna Finocchiaro e Livia Turco, da Cristina Comencini a Francesca Izzo passando per Anna Maria Bernardini de Pace. Mondi diversi uniti in un'unica battaglia: quella contro la violenza fra le mura domestiche che, in tempo di pandemia, rischia di produrre una strage silenziosa. Lo dimostrano i numeri: negli ultimi 15 giorni le chiamate al 1522 si sono dimezzate rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. E di circa il 50 per cento sono diminuite anche le denunce alle forze dell'ordine.
Donne maltrattate, crollano le denunce. "Prigioniere in casa, non possono chiedere aiuto"
di MARIA NOVELLA DE LUCA
"La prescrizione di evitare il più possibile gli spostamenti e rimanere presso le proprie abitazioni se non per esigenze primarie - recita l'appello - se risponde a legittime e indiscutibili ragioni di esigenza di Salute pubblica" rischia però di creare "l'emergenza nell'emergenza: ossia le conseguenze che tali restrizioni possono avere nei contesti familiari segnati dalla presenza di maltrattamenti e violenze, fenomeni che nel nostro Paese sono purtroppo diffusi e sommersi".
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In sostanza, argomentano le autrici della lettera a Conte, "occorre evitare che il principio della tutela della vita umana, alla base delle ordinanze di restrizione, venga meno o si rovesci, al contrario, in una maggiore esposizione alla violenza per le donne e i loro figli, spesso minorenni, condannati a subire o ad assistere alla violenza".
Da qui l'appello alle Istituzioni Pubbliche perché facciano "ogni sforzo per dare il senso che lo Stato non si ritira dalla battaglia contro la violenza domestica, ma invece rafforza il suo presidio, promuovendo la diffusione del numero verde 1522 in ogni comunicazione pubblica che inviti a restare a casa anche nella forma di app scaricabile sullo smartphone".
Appello che la ministra alla Famiglia Elena Bonetti e il Sottosegretario all'Editoria Andrea Martella hanno deciso di accogliere e di trasformare in una campagna tv e online. Per evitare ciò che in Cina è già accaduto: l'impennata di violenze sulle donne e femminicidi