L’Italia delle slot Abano T.nel 2017 ha speso 46.14 milioni

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L’Italia delle slot Abano T.nel 2017 ha speso 46.14 milioni

Messaggioda lidia.pege » ven dic 21, 2018 6:15 pm

L’Italia delle slot. Ecco quanto giocano gli italiani: in un anno l’azzardo si mangia 5 miliardi in più

Gratta e vinci, lotterie, superenalotto, scommesse sportive, lotto, macchinette, gioco online, ippica, bingo: la raccolta per l’azzardo nel 2017 è aumentata di più di 5 miliardi di euro dall’anno precedente. Stabile il giocato per le slot, avanzano nuove modalità di gioco, mentre gli abruzzesi sono quelli che giocano di più in Italia. Tutti i dati nell’inchiesta del gruppo Gedi
di DANIELE TEMPERA Repubblica 21 dicembre 2018

Lo psicologo: "Il gioco è una droga che colpisce a ogni età"
Una cifra pari a più di quattro manovre finanziarie, più di quanto speso per sanità o istruzione. Nel 2017 gli italiani hanno giocato 101,8 miliardi di euro, oltre 5 miliardi in più del 2016. Una somma che contiene oltre 49 miliardi di giocato per le slot, ma anche, per esempio, circa 9 miliardi spesi per i gratta e vinci, e che include anche i soldi giocati nell’on-line.

A questi dati, pubblicati sul “libro blu” dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Aams) nei giorni scorsi, si aggiungono quelli della nuova inchiesta realizzata dal Visual Lab per tutte le testate del gruppo GEDI in collaborazione con Dataninja e Effecinque.

“L’Italia delle slot 2 - Quanto giocano gli italiani” è un progetto che aggiorna e prosegue quanto già realizzato l’anno scorso, con l’obiettivo però di allargare il campo di analisi.

L'INCHIESTA TUTTI I DATI COMUNE PER COMUNE

Per la prima volta vengono messi a disposizione di tutti i dati comune per comune di ogni gioco gestito dai Monopoli.

Ai dati sull’andamento delle macchinette (nelle due tipologie: le videolottery “Vlt” e le slot presenti nei bar, le “Awp”) riferiti al 2017 - i più nuovi al momento disponibili - si sono infatti aggiunti quest’anno quelli di tutti gli altri giochi gestiti dai monopoli, dal Bingo ai giochi definiti “numerici a totalizzatore” (ad esempio Win For Life, Superenalotto o EuroJackpot), dai giochi a base ippica e sportiva ai pronostici sportivi e alle scommesse virtuali, dalle lotterie tradizionali ai gratta e vinci, poi scommesse sportive e virtuali, pronostici sportivi e persino giochi di abilità manuale con vincite non in denaro, le classiche attrazioni da luna park. Tutti i dati che compongono “L’Italia delle slot 2” sono stati ottenuti tramite un Foia, la procedura per avere accesso ai dati e ai documenti della pubblica amministrazione. L’elaborazione a cura del Visual Lab e di Dataninja tiene conto anche dei dati sulla popolazione e sul reddito degli italiani.

Il risultato è stata la creazione di un database interrogabile in grado di mostrare dove e quanto si gioca in oltre 7 mila comuni italiani, un’istantanea complessa, ma sicuramente dettagliata del rapporto degli italiani con l’azzardo.

L'inchiesta online
Slot machine: il trend rimane stabile
La parola d’ordine è sempre la stessa: lotta al gioco d’azzardo patologico. Una patologia che è sinonimo di dipendenza e di utilizzo compulsivo di Awp e Vlt. Con oltre 49 miliardi di euro (€49.414.009.858 per l’esattezza) sono video lottery e slot machine a rappresentare la maggior parte del giocato degli italiani per l’azzardo.

Ogni cittadino ha speso in media 815,55 euro a testa nel 2017 per questi apparecchi, che rappresentano il 65% dei soldi spesi per l’azzardo in tutta Italia. Un dato costante rispetto al 2016.

Da Awp e Vlt il governo conta di recuperare 450 milioni di euro sui 10 miliardi necessari per evitare l’infrazione europea: con un incremento della tassazione sui giochi l’emendamento presentato punta a prelevare su entrambe le tipologie di macchinette 1,25 punti percentuali delle somme giocate.
In attesa degli effetti delle nuove norme
La legge di stabilità 2016 aveva disposto, a decorrere dal 2017, la riduzione del 30% delle newslot (Awp) rispetto agli apparecchi attivi. La disposizione è diventata effettiva grazie al decreto legge 50 del 2017 che ha introdotto un effettivo piano di riduzione delle slot in due fasi: alla data del 31 dicembre 2017 il numero di nulla osta per le slot machine presenti sul territorio italiano è diminuito, portando gli apparecchi presenti sulla penisola a 345.000.

Una soglia che, dal 30 aprile 2018, si è ulteriormente ridotta, portando le slot attorno alle 265mila unità, il 35% in meno. È ancora presto per fornire una valutazione dell’effetto della legge sui soldi effettivamente spesi nelle macchinette, quel che certo è che il giocato degli italiani è stato stabile. “Non sembra, dai primi dati a disposizione, che questa norma abbia dato immediatamente i suoi frutti, ma dobbiamo ancora aspettare”, sottolinea il sociologo Maurizio Fiasco, presidente di Alea, associazione per lo studio del gioco d’azzardo.

A oggi il giocato non è diminuito e in assenza di una legislazione nazionale omogenea, le azioni di contrasto dipendono spesso dalle iniziative dei singoli amministratori locali. Un particolare che è abbastanza evidente in vari casi virtuosi, come quello di Anacapri o di Bergamo, in entrambi i casi, le limitazioni territoriali o temporali sull’utilizzo delle slot hanno avuto diminuito complessivamente le spese per l’azzardo: “ Entrambi i casi sono dei veri e propri modelli: “Non c’è proibizionismo, in questi comuni si è puntato su una misura ecologica, separare il tempo e gli spazi dei giochi da quelli della vita delle persone e gli effetti si sono avuti non solo per le slot: in entrambi i casi il gioco è complessivamente diminuito”, spiega Fiasco.
Dove si gioca di più: 'vince' Caresanablot
È di nuovo Caresanablot, comune del vercellese, a fare registrare il record italiano di giocate pro capite. Nel paese piemontese che conta poco più di mille abitanti nel 2017 il giocato pro capite è stato di oltre 28 mila euro per l’azzardo, una spesa trainata, come già evidente dallo scorso anno , quasi unicamente da Awp e Vlt.
Come è possibile un numero così alto? Caresanablot ha una grande sala slot lungo una provinciale, capace di attirare giocatori anche dai comuni limitrofi o di passaggio nella zona.
Il record di Caresanablot, la Las Vegas italiana è un paese di mille abitanti: "Tutti qui a giocare alle slot"

Le giocate totali sulle macchinette sono in vertiginoso aumento rispetto allo scorso anno: si è passati dai 27,45 milioni di euro del 2016 agli oltre 32 di quest’anno; le spese per le slot (soprattutto AWP) sono aumentate di ben 4000 euro a testa nel 2017 e rappresentano quasi l’unica voce di spesa per il gioco.
Tra bingo e lotto: il caso di Scurcola Marsicana e Cocullo
Da Forcola, in provincia di Sondrio a Castagnito nel Cuneese, da Vertemate con Minoprio nel Comasco a Bosnasco, in provincia di Pavia: sono spesso i piccoli comuni del nord a fare registrare i record pro-capite di giocate.

Tra le regioni il record spetta all’Abruzzo. Con una spesa di 1.500 euro a testa, gli abruzzesi sono i primi per giocate pro-capite in Italia, quasi 40 euro in più di quanto speso dai romagnoli e dai lombardi, rispettivamente secondi e terzi in classifica. Un record, quello abruzzese, che si riscontra anche in singoli picchi di giocate e in record locali.

È il caso, ad esempio, di Scurcola Marsicana, ottavo comune in Italia per giocate pro-capite e primo in assoluto per spese relative al bingo: qui si sono spesi nel 2017 circa 2.049 euro pro capite per questo gioco.

Singolare, sempre in Abruzzo, a distanza di pochi chilometri dal paese marsicano, il record di Cocullo: con 1.129,88 euro pro-capite il paese è il primo in Italia per quanto riguarda le giocate relative al Lotto.
Prato ancora al vertice tra le province per l’azzardo
A livello provinciale si conferma il record di Prato: nella provincia toscana la spesa media per l’azzardo è stata di 2.948,08 euro pro-capite. Seguono con spese rilevanti le province di Ravenna, Rovigo, Como e Teramo, unica città del centro-sud a piazzarsi nella top ten delle province italiane per volume di giocato pro-capite.

Il record di Prato per l’azzardo è confermato anche dalla classifica italiana dei comuni di media grandezza (compresi tra 50mila e 200mila abitanti): il comune toscano è primo in questa classifica con una spesa pro-capite medi di ben €3.320,54 euro nel corso del 2017. Tra le grandi città, rilevante invece il primato di Bologna: con €1.875 euro pro-capite spese nello scorso anno, i bolognesi hanno speso in media più di 200 euro in più rispetto ai milanesi, 400 rispetto ai romani e addirittura 650 in più rispetto ai palermitani.
Non solo slot machine
Con una spesa pari a oltre 49 miliardi di euro, le slot machine coprono quasi il 65% del giocato degli italiani per l’azzardo (senza tenere conto dell’online), ma non rappresentano certo l’unica voce di spesa. Rilevante, con oltre 9 miliardi di giocato nel 2017 (12% del giocato complessivo), l’apporto economico delle cosiddette lotterie istantanee o gratta e vinci, un gioco presente su tutta la penisola, ma diffuso particolarmente in Lombardia, dove si assiste al record di Orio Al Serio (2.793 euro pro capite spese nel 2017).

Lo psicologo: “Il gioco? Non è intrattenimento, ma una droga che colpisce ogni età”

Il legame tra i differenti giochi? Per Simone Feder, psicologo e tra le voce del movimento No-Slot, è sempre la vincita: “All’inizio del circolo vizioso c’è sempre una vincita, spesso anche piccola. E il giocatore, soprattutto il giovane, prende spesso un pacchetto di gioco onnicomprensivo”.

Alte anche le spese per il Lotto: gli italiani hanno giocato nel 2017 circa 7 miliardi di euro e mezzo per questa tipologia di gioco (9% del totale). Spese rilevanti anche per le scommesse sportive a quota fissa con €4.334.343.047,00 di spesa, rappresentano circa il 5,7 % del giocato e per il bingo, che con una raccolta di €1.528.636.500,00, rappresenta il 2% del giocato a livello nazionale.
Aumenta il gioco, ma diminuiscono le entrate dello Stato
Se come anticipato, gli italiani hanno giocato 5 miliardi in più, rispetto all’anno precedente, gli incassi erariali sono calati di circa 200 milioni di euro rispetto allo scorso anno. Questo nonostante una tassazione più elevata per Awp e Vlt, un’evidenza che secondo il sociologo Maurizio Fiasco è indice di una variazione delle modalità di gioco: “Il giocato in slot Awp e Vlt si mantiene stabile, mentre aumenta il volume netto del giocato, questo vuol dire che sta avvenendo un trasferimento del tempo di gioco, da alcune modalità ad altre”.

Il dato potrebbe essere connesso con l’ascesa dell’on-line e di nuove tipologie, come, ad esempio, le scommesse virtuali che nel 2017 fanno registrare un giocato di circa un miliardo e 458.179.981,00 sono molto diffuse tra i più giovani e rappresentano quasi il 2% del giocato su supporti fisici. Si tratta di scommesse effettuate su eventi simulati al computer, si pensi ad esempio, a una corsa virtuale di cavalli o all’estrazione di un numero casuale.

Sono diffuse soprattutto nei piccoli comuni del Sud: il primato spetta ad Arpaia, un comune del beneventano: qui si sono spesi circa €575,38 euro pro-capite spese nel corso del 2017 in questa tipologia di gioco, sintomo che il gioco è sempre più intergenerazionale. Del resto, come ricorda Feder: “Il gioco è l’unica droga capace di colpire davvero ogni età”.

Inchiesta del Visual Lab del Gruppo Gedi in collaborazione con Dataninja ed Effecinque. Fonte dati: Aams (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli)
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