Faccia a faccia in carcere tra Luca Claudio e il pm

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Faccia a faccia in carcere tra Luca Claudio e il pm

Messaggioda lidia.pege » lun mar 20, 2017 5:38 pm

Faccia a faccia in carcere tra Luca Claudio e il pm (Il Mattino)

Previsto per oggi. Sarebbe stato lo stesso ex sindaco di Abano a chiedere il colloquio con il magistrato titolare delle inchieste sulle tangenti alle Terme
giustizia

(Cristina Genesin)
Incontro oggi in carcere tra l’ex sindaco di Montegrotto prima e di Abano poi, Luca Claudio, e il pubblico ministero Federica Baccaglini che coordina tutti i filoni dell’inchiesta sulle tangenti alle Terme. Un faccia a faccia in programma, salvo un rinvio all’ultimo per gli impegni del magistrato oggi in aula per l’ennesima udienza sul caso Pantano (relativo agli appalti inquinati nella Pubblica amministrazione), anche se il processo potrebbe slittare per l’astensione proclamata in Italia dai penalisti da oggi fino al 24 marzo. Ben 252 giorni di carcere a partire dal 23 giugno 2016, dal 2 marzo scorso un lampo di “quasi” libertà fino al pomeriggio del 6 marzo, e poi ancora dietro le sbarre per violazione dei limiti imposti agli arresti domiciliari: ecco in sintesi la storia carceraria di Claudio, che ha sempre “parlato” poco e per lo più tramite le memorie presentate dai suoi difensori (il penalista Ferdinando Bonon e il professor Giovanni Caruso dell’Università di Padova). L’incontro odierno sarebbe stato sollecitato dall’ex primo cittadino: forse ha davvero voglia di raccontare tutto ciò che non ha mai detto sul cosiddetto “sistema Luca Claudio”, il vorticoso giro di mazzette durato un decennio nell’area termale? Claudio ha patteggiato 4 anni per concussione, turbativa d’asta e corruzione per induzione, mentre è stato spedito a processo per rispondere di altre contestazioni. Tuttavia ci sono ancora altri filoni d’indagine aperti. Vuole fornire la sua versione dei fatti? O intende chiarire la sua posizione in seguito al nuovo arresto provocato dall’intervista concessa al “mattino” nonostante l’obbligo del silenzio? La procura padovana, infatti, aveva reclamato (e ottenuto) la revoca dei domiciliari in quanto «Claudio ha dimostrato di non essere in grado di osservare i divieti».
20 marzo 2017
Lidia Pege
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