Discarica di Giarre, Claudio torna in aula (Il Mattino)
L’ex sindaco citato direttamente a giudizio per il troncone d’indagine ancora aperto. Intanto la difesa ricorre in Cassazione
(Cristina Genesin)
Anche per la seconda ordinanza di misura cautelare in carcere relativa alla supertangente pretesa per la bonifica della discarica di Giarre (ma dietro le sbarre c’era già), si chiude il secondo capitolo giudiziario di cui è protagonista l’ex sindaco Luca Claudio. Il pubblico ministero Federica Baccaglini ha firmato il provvedimento di giudizio immediato: saltando la cosiddetta fase davanti al giudice preliminare, finirà direttamente davanti al tribunale l’ex primo cittadino rinchiuso in una cella della casa circondariale di Padova dal 23 giugno scorso. La data del processo sarà fissata nei prossimi giorni. Tuttavia davanti al tribunale non è escluso che la difesa di Claudio (il penalista Ferdinando Bonon e il professor Giovanni Caruso) chieda di patteggiare la pena. Una pena che potrebbe essere quantificata in continuazione con la sanzione concordata a dicembre, in occasione del patteggiamento (4 anni) che ha messo la parola fine alla prima inchiesta avviata per induzione indebita a dare o a promettere utilità (concussione per induzione), corruzione, concussione e turbativa d’asta. Per poter essere ammesso al patteggiamento, Claudio aveva ceduto allo Stato un appartamento in via San Daniele a Montegrotto; tuttavia il gup Tecla Cesaro ha poi accolto la richiesta del pm Baccaglini di sequestrare altri 11 immobili a lui riconducibili (tra cui un appartamento in centro a Roma) in vista dell’eventuale confisca che scatterà se la sentenza diventerà definitiva. È forse anche per allungare i tempi di quel temuto provvedimento che i difensori hanno impugnato il patteggiamento di 4 anni davanti alla Cassazione. Il ricorso è stato presentato di fronte alla Suprema Corte pure per l’ex sindaco di Montegrotto, Massimo Bordin (3 anni e 2 mesi patteggiati e 2 appartamenti ceduti allo Stato), sempre imputato per i reati di corruzione e concussione.
Ora Luca Claudio chiuderà il conto con la giustizia per l’affaire di Giarre. Dopo il primo blitz della Guardia di finanza del 23 giugno (5 misure cautelari e una ventina di indagati), il 5 luglio scorso scattano altre quattro misure cautelari per la gara d’appalto (pilotata) relativa alla bonifica della discarica di Giarre a carico dell’ex dirigente dell’Ufficio tecnico di Abano Maurizio Spadot, dell’ex funzionario comunale Guido Granuzzo, dell’imprenditore Luciano Pistorello e di un suo tecnico, l’ingegnere Luciano Di Caro. Questo troncone è finito nel procedimento deciso dal gup Cesaro lo scorso dicembre; nel frattempo i quattro hanno parlato. E hanno raccontato tutto. Così solo il 4 novembre viene notificato all’ex sindaco-pirata il secondo ordine di arresto: per la discarica avrebbe preteso una supertangente da 280 mila euro da Pistorello dietro la promessa di fargli ottenere l’appalto dei lavori per la bonifica dell’area, 10 mila metri quadri di superficie da bonificare grazie a un prestito di 3.216.400 euro proveniente dalla Regione e regolarmente concesso. Previsti 550 giorni per completare i lavori. Ma il 12 luglio Pistorello spa ha rinunciato alla gara vinta.
14 gennaio 2017