Basta con gli spauracchi denuncio chi semina odio
Mamme ostili all’arrivo dei rifugiati diffidate dal sindaco di Montegrotto
«Non si possono alimentare le paure con le bugie. Accogliere è un dovere»
(Elena Livieri)
Da sempre la storia è fatta da chi alza barricate e da chi getta ponti. Chi divide e chi unisce, nell’infinita lotta per la sopravvivenza. Storia dei giorni nostri: a Goro, nel Ferrarese, i residenti bloccano la strada e impediscono l’arrivo a una decine di donne africane con i loro bambini. Sai che minaccia al quieto vivere del paesino immerso nel torpore del Delta del Po. Dovevano essere ospitati da una cooperativa le donne e i bambini, ma l’accoglienza ha perso e ha vinto la paura. Un’altra volta. A Montegrotto Terme c’è chi abbozza le prime barricate, ancor prima che i profughi arrivino. Girano le voci. E tanto basta per montare un castello di timori e minacce al punto da investire di richieste di informazioni e rassicurazioni il sindaco. Che però non ci sta. Riccardo Mortandello, 35 anni, da giugno fascia tricolore sampietrina, ai suoi concittadini che parlano dei migranti come i nuovi “untori” che arrivano a seminare insicurezza e malattie, risponde a muso duro. Con una diffida e una minaccia di arrivare alla denuncia. Destinatarie della reazione drastica del sindaco, un gruppo di donne, mamme – come quelle respinte neanche fossero la peste in persona a Goro – preoccupate per l’imminente arrivo (presunto) «di un centinaio di profughi in paese», con tutto il loro carico di malattie, virus e spauracchi vari. Ne hanno parlato fra di loro, quando si incontrano accompagnando i bambini a scuola, hanno rilanciato l’allarme attraverso i gruppi WhatsApp scolastici, ne hanno scritto in mail girate in paese e inviate al sindaco. Dubbi e paure ripetute e rilanciate, timori di malattie. Terrore di vedere i figli ammalati da contagi stranieri.
Sindaco Mortandello, cosa sta succedendo a Montegrotto?
«Contro chi inventa storie, semina odio e diffonde scenari tanto drammatici quanto fantasiosi solo per alimentare cattiveria, ci vuole la tolleranza zero. Non è immaginabile che il confronto sul tema dell’accoglienza possa essere portato a questi livelli. Io non lo accetto, da qui la diffida a queste mamme. Non ho mai negato a nessuno un incontro, ho parlato e continuerò a farlo con tutti i cittadini che lo vorranno: se ci sono dubbi e preoccupazioni di qualsiasi tipo ne parliamo. Il messaggio che voglio mandare è chiaro: basta bugie, basta con i tentativi beceri di diffondere paura». E cosa dice a queste mamme così preoccupate? «La situazione è molto semplice: dobbiamo scegliere da che parte stare, quale strada imboccare. Si può far finta di niente e chiudere la questione dell’accoglienza accodandosi a chi urla e strepita: e prepararci a pagarne le conseguenze però. Oppure fare la nostra parte. Ci spettano 15 migranti? Bene. Quello di accogliere è un dovere che abbiamo, non un favore che ci viene chiesto. Allora cerchiamo di farlo nel modo migliore».
Ha già in mente come?
«In consiglio comunale abbiamo presentato una delibera di orientamento per manifestare la nostra adesione ai progetti Sprar (Sistema protezione rifugiati e richiedenti asilo, ndr) con un obiettivo molto preciso: contenere la presenza sul territorio di migranti e soprattutto governare il fenomeno. L’alternativa è non aderire e aspettare che la cooperativa di turno o la Prefettura scelgano degli immobili in cui sistemare i richiedenti asilo, senza che noi si possa fare alcunché».
I suoi concittadini non sembrano tuttavia così aperti all’accoglienza.
«Il continuo gridare “al lupo, al lupo” e il dipingere i migranti come delinquenti e portatori delle peggio cose, ha creato uno scenario difficile, dove anche l’assunzione di responsabilità da parte di chi riveste un ruolo istituzionale diventa un’impresa: ma non ci si può sottrarre. Mi piace citare l’esempio di Vigonza, dove il sindaco ha accolto dei profughi, li ha presentati alla cittadinanza e li ha coinvolti nei lavori socialmente utili. Conoscere è lo strumento per non avere paura. Il tema è caldo e stracarico di pregiudizi, ma bisogna avere il coraggio di affrontarlo».
Quali sono i presupposti di una buona accoglienza?
«Lo Sprar consente di governare la presenza dei rifugiati, si tratta di progetti finanziati, che prevedono l’inserimento lavorativo e la creazione dei presupposti per un inserimento concreto nella collettività di queste persone. È questo che vogliamo. Respingo con forza chi ritiene la presenza di profughi o rifugiati in antitesi con la sicurezza e la legalità». Legalità: inevitabile il riferimento alle vicende giudiziarie che hanno investito Montegrotto e Abano negli ultimi mesi, con gli ex sindaci arrestati per tangenti. «Quello è stato un danno di immagine per il nostro territorio, altro che l’invasione di profughi. Non c’è giorno che non spunti una pratica amministrativa in qualche modo viziata. Qui la legalità è stata un’opinione negli ultimi quindici anni».
Montegrotto sarà un comune accogliente?
«Sono certo che sapremo dimostrare di essere all’altezza. Potremo scagliarci contro le politiche deficitarie del Governo e dell’Europa, ma resta il fatto che siamo chiamati a fare la nostra parte. E la faremo».
(ha collaborato Federico Franchin)
27 ottobre 2016 mattino