Claudio non si fa interrogare dal pm (Il Mattino)
Scaduti i termini di 20 giorni dopo la conclusione delle indagini. Si va verso il rinvio a giudizio
(c.bel.)
Scadono oggi i 20 giorni nei quali l’ex sindaco Luca Claudio può farsi interrogare dopo l’avviso della conclusione delle indagini preliminari. Si tratta della possibilità di esercitare concretamente il proprio diritto di difesa in un momento antecedente rispetto all’esercizio dell’azione penale da parte del pubblico ministero. Bene, Luca Claudio, tramite i suoi legali Ferdinando Bonon e Giovanni Caruso non lo farà. Quindi ora il pubblico ministero Federica Baccaglini passerà alla fase successiva, alla richiesta di rinvio a giudizio. Claudio a dire il vero ha già “parlato” nel luglio scorso, quando i difensori hanno presentato al magistrato una corposa memoria. Ritengono quindi che per ora, sia sufficiente quella. Dove l’ex primo cittadino, rinchiuso da 4 mesi nel carcere Due Palazzi, confessa la corruzione, ma non la concussione. Ha fatto importanti ammissioni, almeno per tre casi di tangenti. Un passaggio fondamentale per provare le accuse, contenuto nel memoriale di Claudio è la sua ammissione del fatto che la società Rls fa capo a lui. «La società Rls fa capo a me e non ha mai svolto nulla di reale per giustificare le emissioni di fatture, ha solo incassato». Farsi pagare soldi a questa azienda, sulla carta amministrata da Massimo Trevisan, è un modo raffinato per farsi pagare le tengenti. L’ex sindaco quindi, conferma di aver incassato le mazzette (la procura aveva ben pochi dubbi, ma l’ammissione è cosa diversa). I finanzieri avevano annusato qualcosa di anomalo scartabellando le fatture emesse dalla Rls tra il 2011 e il 2015: risultano emesse fatture verso società nello stesso periodo destinatarie di appalti o affidamenti diretti di lavori nei Comuni di Abano e Montegrotto: Aesys spa, Guerrato spa in Ati con Marco Polo spa, e Pistorello spa. Nella memoria firmata da Claudio non c’è nessun riferimento tra gli altri, agli appalti del verde, nulla in merito ai lavori dell’imprenditore Renzo Rampazzo sull’ampliamento delle scuole, nulla nemmeno su Domenico Chiapperino (costruzione della palazzina “Residence Jaqueline” in via Calle Pace ad Abano) nè di Luca Scarpa, amministratore dell’immobiliare Acquamarina (area in via Palladio, mazzetta di 60 mila euro). Cosa significa? Che Claudio non ammette di aver ricevuto quei soldi per i quali, forse, le prove sono schiaccianti. Su 9 episodi contestati Claudio ne ammette tre. Facendosi interrogare avrebbe avuto più chance di uscire dal carecere. Ma la strategia non è questa.
25 ottobre 2016