Tutti mettono il "cappello" su Urbs Picta e Unesco, ma la storia è iniziata nel 2006
Dopo la proclamazione molti ex amministratori hanno provato a prendersi i meriti, ma tutto è iniziato 15 anni fa e passa attraverso una mozione di Giuliano Pisani e l'affidamento del primo report da parte di Ivo Rossi. Bitonci prova a mettersi la medaglia, ma gli atti (che trovate in allegato) raccontano altro
Il sindaco Giordani con la bandiera dell'Unesco alla Cappella degli Scrovegni
Redazione 26 luglio 2021 08:38
Quando c'è una vittoria poi sul carro ci vogliono salire tutti. Ed ecco perché nei giorni in cui Padova si è guadagnata la seconda medaglia Unesco (già lo ha fatto con l'Orto Botanico), ora sono in molti a volerci mettere il cappello. A portare l'oro al collo oggi è il sindaco Sergio Giordani, ma il percorso per arrivare ad Urbs Picta è stato lungo ed è iniziato 15 anni fa.
La storia
Tutto inizia nel 2006, quando la Cappella degli Scrovegni viene inserita nella cosiddetta “Tentative List”, ossia una lista propositiva in cui vanno a finire diversi siti italiani, che però poi verranno studiati e analizzati nel tempo prima di trasformarsi in una vera e propria candidatura (in allegato in basso). Molti di questi si sono persi per strada. Si comincia a sentire vero odore di Unesco nel 2010, quando il professor Giuliano Pisani (in foto), che all'epoca era consigliere comunale, porta una mozione in aula in cui chiede l'inserimento della Cappella degli Scrovegni e dei siti affrescati di Giotto nella lista per la candidatura come patrimonio mondiale. Mozione votata all'unanimità. Era la giunta di Flavio Zanonato, con vice Ivo Rossi e assessori un giovane Alessandro Zan, Nino Pipitone, Marco Carrai e ovviamente Andrea Colasio, oggi ancora lì e mattatore della premiazione avvenuta sabato scorso. Pisani lavora dietro le quinte e da grande esperto della Cappella.
Per quattro anni poi solo chiacchiere, fino a quando la giunta non affida alla ditta Andrian il compito di iniziare a preparare l'iter per la candidatura. Cominciano a lavorarci sodo anche i dirigenti e i funzionari comunali, che in tanti anni si sono quasi tutti avvicendati attorno a questo sogno. All'epoca il sindaco reggente era il dem Ivo Rossi (in foto), che poi non sarà rieletto e perderà le elezioni amministrative contro il leghista Massimo Bitonci. Ma è Rossi a firmare l'atto che affida il primo report ad Andrian (in allegato in basso)
"Padova Urbs Picta" è Patrimonio mondiale dell'Unesco. Un lungo percorso iniziato nel 2014, quando ero sindaco di Padova e terminato oggi. Una grande risultato per la Città, per i Padovani e per tutti coloro che fin da subito ci han creduto” ha scritto sabato l'ex sindaco e oggi parlamentare sulla sua pagina Facebook (in foto). Come a dire: “tutto merito mio”. E invece no. Tutto è iniziato molto prima. Bitonci però prosegue il lavoro che ha trovato in eredità nel cassetto da Ivo Rossi, e insieme ai suoi due assessori alla cultura, Flavio Rodeghiero (poi dimessosi) e Matteo Cavatton sui successore, porta avanti il lavoro. Non va però oltre il 2016, quando la sua giunta cade per mano della sua stessa maggioranza e tutto si ferma di nuovo.
Il sindaco Sergio Giordani sabato non stava nella pelle. Se è vero che ha trovato una tavola bella apparecchiata, di piatti, posate e bicchieri, a lui va il merito di averli riempiti. E' la sua giunta che ha dato lo sprint finale e che invece di impigrirsi davanti ad una pratica apparentemente impossibile, ha deciso di aprirla e andare avanti. E lo stesso sindaco non ha lesinato ringraziamenti a chiunque lo abbia preceduto in questo cammino. Ovviamente tutto questo con l'ombra di Andrea Colasio, che c'era praticamente in tutte le fasi citate e per cui Urbs Picta è diventata una vera e propria figlia.
Ecco gli atti in allegato
Padova sito unesco febbraio 22 2010-2
doc03827420210629125200-2