In che mondo vivono certi nostri politici

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In che mondo vivono certi nostri politici

Messaggioda lidia.pege » mar lug 28, 2020 3:19 pm

In che mondo vivono certi nostri politici
di MICHELE BRAMBILLA
Il resto del Carlino 28.7.20

Attilio Fontana è un disonesto, che ha cercato di trasformare il bisogno di camici per l’emergenza Covid in un affare di famiglia? Sinceramente non lo credo. E i consiglieri regionali toscani, che durante il lockdown hanno incassato i rimborsi chilometrici anche se non si sono mai mossi da casa, sono essi pure dei ladri? Non credo neanche questo.
Ma il succedersi dei fatti (ora oggetto di inchieste da parte di Procura di Milano e Corte dei Conti) dimostra una tale goffaggine, un tale distacco dalla realtà che ci fa chiedere in quale mondo vivano certi amministratori pubblici.
Vediamo di ricapitolarli sommariamente, questi fatti. E partiamo dalla Lombardia.

C'è bisogno di camici e la Regione ne acquista 75 mila dall’azienda di proprietà del cognato del presidente Fontana. Il quale, accortosi dell’inopportunità (o consigliato di accorgersi), chiede al cognato di trasformare la vendita in una donazione; quindi, da un suo personale conto svizzero lo risarcisce (parzialmente) con un bonifico di 250.000 euro. È dunque perfin possibile che Fontana ci abbia rimesso di tasca propria? Può darsi. Ma il problema è che a un pasticcio del genere non ci si doveva neppure arrivare. Si doveva capire subito che i parenti, dagli appalti pubblici, devono stare fuori. E magari capire anche che non è bello neppure fare bonifici da conti svizzeri, sia pur regolari, o meglio regolarizzati da uno scudo fiscale. Sono cose che i cittadini non digeriscono più da un pezzo; e tantomeno le digeriscono ora che sono alle prese con una crisi che ricorderemo a lungo.

I rimborsi chilometrici possono sembrare una ancor più piccola cosa. Ma agli occhi degli italiani resta, giustamente, l’immagine di una classe di amministratori che in un periodo di sofferenza, di morte, di paura e di perdite di posti di lavoro pensa a far la cresta sulla nota spese. Ed è penoso che la restituzione di questi rimborsi avvenga solo perché la notizia è finita sui giornali. E con quale lentezza: fino a ieri sera solo 12 dei 41 consiglieri toscani avevano restituito la somma incassata per chilometri mai percorsi. Goffaggine, mancanza di sensibilità e – dicevo all’inizio – distacco dalla realtà. Perché chi non capisce che certi pasticci non si possono nascondere, e soprattutto che si pagano in termini di credibilità, ha probabilmente perso, a furia di stare nel Palazzo, la percezione di quel che c’è fuori.
Lidia Pege
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