Decreto Rilancio, dall’ecobonus allo sgravio per la sanificazione tutti i crediti di imposta possono essere ceduti a fornitori o banche
Lo sconto sul corrispettivo dovuto potrà azzerare la spesa nel caso dei bonus per i lavori di ristrutturazione antisismica o di efficientamento energetico, visto che il provvedimento aumenta la percentuale detraibile al 110%. Cedibile anche il credito di imposta del 60% sugli affitti commerciali e quello per le spese di sanificazione o adeguamento degli ambienti di lavoro
di F. Q. | 24 Maggio 2020
Ecobonus, sismabonus, bonus facciate, installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine di ricarica dei veicoli elettrici, detrazione sull’affitto del negozio, credito di imposta per la sanificazione e l’adeguamento del luogo di lavoro alle nuove norme anti contagio. Il decreto Rilancio allarga a tutti i bonus previsti per famiglie e aziende sotto forma di detrazioni la possibilità di cederle, a seconda dei casi, a chi esegue i lavori – ottenendo uno sconto immediato – o alle banche. In modo da poterne godere anche se si è incapienti, cioè non si paga abbastanza Irpef da beneficiare interamente dello sgravio.
Lo sconto sul corrispettivo dovuto potrà di fatto azzerare la spesa nel caso dei bonus per i lavori di ristrutturazione antisismica o di efficientamento energetico, visto che il decreto aumenta la percentuale detraibile al 110%. L’impresa che fa i lavori potrà poi recuperare attraverso il credito di imposta “con facoltà di successiva cessione del credito ad altri soggetti, ivi inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari”.
I negozianti potranno poi cedere il credito di imposta del 60% sugli affitti che stando al decreto Rilancio spetta a chi abbia avuto nel 2019 ricavi non superiori a 5 milioni di euro e a marzo, aprile e maggio abbia subito a causa del coronavirus una diminuzione del fatturato di almeno il 50% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Il beneficio vale anche per le strutture alberghiere e agrituristiche (per aprile, maggio e giugno) e gli enti non commerciali, compresi quelli del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti.
Tutte le imprese potranno cedere alle banche – non è chiaro se avendo in cambio un rimborso monetario – anche il credito del 60% per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione personale e quello, della stessa percentuale, per “adeguamenti” come il rifacimento di spogliatoi e mense, la realizzazione di spazi medici, ingressi e spazi comuni, l’acquisto di arredi di sicurezza o l’acquisto di strumenti e tecnologie necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa e per l’acquisto di apparecchiature per il controllo della temperatura.
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Inoltre viene previsto che solo per il 2020 sia possibile optare per la trasformazione dell’importo della detrazione in credito d’imposta, e successivamente per la cessione ad
altri soggetti, “in relazione alle rate ancora da fruire di detrazioni spettanti per interventi effettuati in anni precedenti“.